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Foreste della Slovenia meridionale, dicembre 2011. Gli alberi hanno perso le foglie, l’aria diventa sempre più pungente. Tra gli alberi che hanno perso le foglie, un giovane lupo annusa l’aria, i suoi occhi inquieti scrutano lo spazio, i suoi sensi si tendono a ogni fruscio: è ora di partire. I suoi fratelli e sorelle lo hanno già fatto di recente o stanno per farlo. Ha due anni e l’istinto gli dice che non può passare un altro inverno nel luogo in cui è nato. In questo modo intraprende quello che nei lupi viene chiamato il fenomeno della dispersione, la ricerca di un nuovo territorio dove stabilirsi e magari trovare un compagno, o una compagna se si tratta di una femmina di lupo, con cui creare una nuova famiglia, un branco. Nonostante i molti rischi, il giovane lupo inizia il suo viaggio il 19 dicembre 2011. La certezza di questa data è garantita dal fatto che il lupo proviene da un branco monitorato dai biologi dell’Università di Lubiana, che qualche mese prima sono riusciti ad applicare un radiocollare, uno strumento in grado di trasmettere la posizione dell’animale e i suoi movimenti.
Il lupo viene centrato con un dardo anestetico e addormentato per alcune ore, durante le quali vengono effettuate alcune misurazioni, viene stabilita la sua età in base ai denti, vengono accertate le sue condizioni di salute e gli viene applicato uno strumento che, con GPS e radiotrasmettitore, sarà in grado di inviare un segnale georeferenziato via SMS ogni tre ore. Da allora il lupo ha anche un nome, Slavc, uno dei lupi più seguiti delle Alpi. Il viaggio che Slavc intraprenderà pochi mesi dopo è straordinario per lunghezza, durata e difficoltà superate.